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Domande più frequenti

CHE COS'E' LA BALBUZIE La balbuzie insorge generalmente nell’infanzia, tra i 2 anni e mezzo e i 4 anni con una proporzione bambini/bambine di 2 a1 nell’infanzia che diventa 3 o 4 a 1 nell’età adulta, e si può definire come un disturbo della comunicazione nel quale i soggetti affetti presentano interruzioni nel normale fluire dell’eloquio. Queste interruzioni sono chiamate disfluenze e consistono in momenti dove i soggetti hanno difficoltà nel produrre suoni o sillabe in modo fluente pur sapendo, nella loro mente, cosa vogliono dire. La balbuzie è dunque una problematica prevalentemente connessa alla produzione articolatoria, ovvero motoria dei suoni. Secondo Howell (2002;2005) le persone per produrre in modo corretto i movimenti articolatori prima devono convertire i suoni astratti che hanno nella loro mente nel piano articolatorio che consiste nella pianificazione (astratta) delle sequenze di movimenti che il nostro apparato articolatorio dovrà poi eseguire concretamente per poter realizzare i suoni del linguaggio. I balbuzienti invece, spiegato semplicemente, secondo la visione di Howell (2002;2005) denominata “The Explan Theory” riescono ad avere una rappresentazione del suono astratta, ovvero i suoni che sentiamo nel nostro pensiero, tuttavia non riescono a convertire correttamente questa rappresentazione in modo concreto poiché fanno fatica a costruire il piano articolatorio velocemente. Come conseguenza, quando i balbuzienti cercano di parlare e dunque di realizzare concretamente il piano articolatorio, si ritrovano a dover pronunciare un piano articolatorio costruito solo parzialmente. In questa condizione i movimenti articolatori necessari per produrre i suoni presenteranno quindi delle disfluenze costituite da ripetizioni, pause, blocchi, ecc. che saranno classificate come balbuzie. Altri autori, ad esempio Postma e Kolk (1993), hanno una teoria leggermente diversa sulla formazione della balbuzie. Questi autori infatti con la teoria “The Covert Repair Hypothesis” sostengono che i balbuzienti non presentino un piano articolatorio incompleto ma producano invece errori nel piano articolatorio che ne impediscono l’esecuzione fluente. Quale teoria sia la più accurata è ancora oggetto di dibattito scientifico, tuttavia gli autori citati e le principali associazioni americane/inglesi che si occupano di studio/comunicazione sulla balbuzie e assistenza dei balbuzienti concordano su un punto, ovvero che la causa della balbuzie risiede in una qualche problematica nella pianificazione/esecuzione del piano articolatorio e non sia invece una problematica legata a disturbi psicologici/di personalità. Ovviamente vi sono dei balbuzienti che hanno disturbi psicologici ma o sono due problematiche indipendenti oppure le problematiche psicologiche sono causate dal fatto di balbettare e dunque non sono le problematiche psicologiche che causano la balbuzie. Nel nostro corso definiremo la balbuzie seguendo Yaruss e Reeves (2021) i quali ritengono che le tipologie di disfluenze tipicamente presenti nell’eloquio dei balbuzienti siano: ripetizioni di parti di parola (co-co-come questa), prolungamenti di suoni (cccccome questo), blocchi completi durante l’eloquio dove non vi è la produzione di suono (c¬----ome questo). Nell’eloquio dei balbuzienti sono anche presenti “comportamenti secondari” che vengono utilizzati per fronteggiare la sensazione di sentirsi bloccati. I più comuni sono: stringere gli occhi, tensione dei muscoli facciali (si manifesta spesso con strane smorfie), non guardare l’interlocutore, movimento di braccia/gambe durante l’eloquio (Yaruss e Reeves;2021).

TUTTE LE DISFLUENZE PRESENTI NELL'ELOQUIO SONO BALBUZIE ? Tutte le persone manifestano occasionalmente disfluenze nell’eloquio, esse fanno parte del normale processo comunicativo, ad esempio tutti noi produciamo occasionalmente interiezioni come (um, uh) quando stiamo pensando a cosa dire. Nei bambini di pochi anni in particolare le disfluenze fanno parte del normale processo di apprendimento del linguaggio, queste tipologie di disfluenze tuttavia differiscono dalla balbuzie per un aspetto fondamentale ovvero nella balbuzie il bambino sa con precisione cosa vuole dire ma è incapace di realizzarlo fisicamente in modo fluente.

COSA CAUSA LA BALBUZIE ? Una volta che abbiamo visto cosa determina la balbuzie dal punto vista del funzionamento dell’apparato articolatorio è corretto chiedersi quale sia la causa della balbuzie. Per centinaia di anni i ricercatori hanno cercato di spiegare le cause della balbuzie proponendo numerose teorie che presentano punti di forza e debolezze. Ad oggi le scoperte che sono state maggiormente confermate dagli studi scientifici sono: la balbuzie non è causata da problematiche psicologiche, non è il risultato di traumi fisici o emotivi, non è causata da genitori iperprotettivi. La balbuzie inoltre ha spesso una componente genetica perché tende a presentarsi nelle famiglie, di conseguenza bambini che hanno familiari che balbettano hanno una maggiore probabilità di balbettare. Inoltre, insorgendo spesso in una fascia di età tra i 2 anni e mezzo e i 4 anni è influenzata da fattori legati allo sviluppo primario del bambino i principali sono: •Lo sviluppo del linguaggio: ovvero la capacità di costruire sequenze di parole o frasi ad un livello astratto, mentale. •Lo sviluppo motorio: la capacità del bambino di muovere la sua bocca ed il suo apparato articolatorio in maniera rapida e precisa. •La personalità o temperamento: I modi nei quali il bambino reagisce agli eventi e alle esperienze. •L’ambiente: Quanto le persone che circondano il bambino mettono “pressione” a quest’ultimo facendo richieste per la produzione di un eloquio che deve rispettare certi criteri. Ad esempio i familiari possono volere un eloquio veloce, fluente e sintatticamente corretto e questo è un fattore che può peggiorare/scatenare la balbuzie. Questi ed altri fattori interagiscono in modo unico in ogni bambino per determinare la presenza o meno di disfluenze e balbuzie, tuttavia generalmente le bambine oltre ad essere affette dalla balbuzie in minore numero nell’infanzia sono soggette ad un maggiore recupero spontaneo per questo motivo la proporzione maschi/ femmine che balbettano varia da 2/1 nella prima infanzia a 3 o 4 a 1 nell’età adulta.

COME MAI LA BALBUZIE VARIA NEL TEMPO ? La balbuzie è un comportamento molto variabile, infatti può variare notevolmente da settimana a settimana, da giorno a giorno, da situazione a situazione all’interno della stessa giornata. Alcune volte i bambini possono essere perfettamente fluenti per settimane prima che la balbuzie ritorni. La causa di questa variabilità non è ben nota, tuttavia sono stati identificati dei fattori che condizionano la frequenza della balbuzie in molte persone, essi sono: agitazione, stanchezza o fatica, cercare di parlare quando vi è competizione per avere attenzione o per il tempo a disposizione (dire qualcosa velocemente in poco tempo), uso di frasi lunghe o sintatticamente/fonologicamente complesse, parlare con un ritmo veloce (Reeves & Yaruss 2021). E’ importante sottolineare che questi fattori non causano la balbuzie, semplicemente possono peggiorare la balbuzie nei bambini predisposti a balbettare. Per questo motivo il terapeuta con il genitore, osservando i bambini saprà capire quali sono i fattori che possono condizionare la balbuzie e dare indicazioni su come gestirli nella maniera più appropriata. Concludendo, vista la grande variabilità della balbuzie, è facile capire come questo comportamento verbale non sia facile da misurare in modo accurato, questa problematica condiziona spesso anche gli esiti del trattamento poiché i suoi risultati, se si considera solamente il raggiungimento di una fluenza priva di balbuzie, spesso non sono verificabili in modo accurato.

SU YouTube SI VEDONO CENTINAIA DI VIDEO CHE PUBBLICIZZANO METODI CHE PROMETTONO LA GUARIGIONE COMPLETA DELLA BALBUZIE SPESSO IN POCO TEMPO E SENZA SFORZI, E' POSSIBILE ? Purtroppo no, e questo è un dato verificabile consultando i siti internet delle principali associazioni americane ed inglesi che si occupano di studio e conoscenza della balbuzie e supporto ai balbuzienti che ho elencato nella pagina dedicata ai link. Alcune persone che hanno effettuato questi corsi sono effettivamente guarite, ma sono spesso una minoranza e non è possibile verificare correttamente la loro guarigione dalla balbuzie perchè: •La reale gravità della loro balbuzie quando hanno incominciato a frequentare il corso è sconosciuta • I video pre trattamento/post trattamento non provano la completa guarigione dalla balbuzie nella vita quotidiana e probabilmente anche che le persone abbiano avuto un reale miglioramento. In questi video infatti le persone ripetono concetti sui quali si sono preparati e che hanno ripetuto molte volte, inoltre il loro livello d’ansia nei video post trattamento è ovviamente molto più basso che nei video pre trattamento poiché conoscono le persone con le quali stanno parlando. Questi sono tutti fattori che riducono la balbuzie notevolmente, indipendentemente dall’efficacia del metodo che hanno frequentato. •Spesso succede che le persone che balbettano abbiano grandi benefici dopo aver effettuato un trattamento antibalbuzie e alcune smettano completamente di balbettare per mesi/anni. Purtroppo, a volte in modo graduale, a volte in modo improvviso la balbuzie tende a ripresentarsi. Un trattamento antibalbuzie dunque, per documentare in modo scientifico la completa guarigione della balbuzie, dovrebbe valutare i soggetti per molti anni, se non tutta la loro vita, in centinaia di circostanze. In tutti i metodi antibalbuzie che ho frequentato ho conosciuto persone con un una balbuzie molto evidente che hanno avuto grandi miglioramenti, e a loro dire hanno smesso completamente di balbettare. Ovviamente chi organizzava i corsi, volendo dimostrare l’assoluta efficacia del loro metodo proponeva a queste persone di fare dei video su YouTube nei quali raccontavano la loro storia di “miracolati” sottolineando spesso che con un po’ di impegno e buona volontà i loro risultati sarebbero stati possibili a chiunque. Sono molto contento per queste persone, a come siano riuscite a cambiare in meglio la loro vita e mi complimento sinceramente con loro, tuttavia siccome molte persone che balbettano anche allenandosi costantemente con gli stessi esercizi non raggiungono dei risultati così evidenti ritengo come affermato dal dottor Schneider (un noto terapeuta della balbuzie di New York) che una pubblicità di questo genere può essere dannosa. Schneider sostiene infatti che una pubblicità basata sull’enfatizzare il miglioramento della fluenza in modo plateale sia dannosa non solo per i tanti balbuzienti che non ottenendo gli stessi risultati pur allenandosi duramente e sono portati a colpevolizzarsi e a deprimersi, ma anche per le persone che non balbettano che vedendo delle pubblicità di questo tipo sono portate a pensare che chi balbetta lo faccia per scelta personale, perché è uno “sfaticato” che non vuole impegnarsi per cambiare. Da queste considerazioni penso che sia chiaro che nessun esperto nel trattamento della balbuzie serio farebbe pubblicità al suo metodo dicendo che elimina la balbuzie in tutte le persone, in poco tempo e per sempre. E allora mi chiedo come mai molti esperti in balbuzie vogliono continuare a farsi pubblicità in questo modo, che senso ha tutto questo? Non sarebbe più corretto dire “io cercherò di fare del mio meglio per aiutarvi, impegnatevi, lavoriamo insieme e vediamo cosa succede. Magari migliorerete tantissimo e smetterete di balbettare e andrete a leggere il telegiornale, oppure continuerete a balbettare tanto ma cercherete di mettere in atto comportamenti e strategie per ridurre l’impatto negativo della balbuzie sulla vostra vita e piano piano cercherete di vivere meglio”. La risposta che mi do è che una situazione di questo genere si è creata principalmente per due ragioni. La prima è perchè ci sono tante persone che balbettano che trovandosi in una condizione di grave sofferenza a cause della balbuzie e essendo spesso poco informate preferiscono credere a chi propone soluzioni semplici, immediate, e spesso irrealistiche. La seconda ragione è che ci sono tanti professionisti che pur essendo medici, psicologi, logopedisti e avendo qualche conoscenza sulla balbuzie, spesso per interessi personali, preferiscono assecondare i desideri e le aspettative irrealistiche sulla balbuzie dei loro pazienti, quando non sono loro stessi a crearne.

CHE COSA E' IMPORTANTE VALUTARE NEL PROCESSO DIAGNOSTICO CON BAMBINI DAI 3 AI 6 ANNI CHE BALBETTANO ? Un aspetto molto importante del processo diagnostico è determinare il rischio che il bambino continui a balbettare e che dunque sia poco predisposto ad un recupero spontaneo. I principali fattori di rischio sono la predisposizione genetica, che si valuta considerando la presenza di altre persone che balbettano in famiglia ed il tempo che è passato da quando il bambino ha iniziato a balbettare. Generalmente se vi sono parenti di primo grado che balbettano e se il bambino balbetta da più di 6 mesi vi è il rischio che la balbuzie tenda a permanere. Altri importanti fattori di rischio per la permanenza della balbuzie sono la presenza di stati d’animo negativi quali ansia, tensione fisica ed evitamento delle situazioni che richiedono di parlare. Questo perché una volta che il bambino percepisce la balbuzie come problematica tende ad evitare le situazioni dove è richiesto di parlare, formando in questo modo dei circoli viziosi, poiché più le situazioni problematiche verranno evitate maggiori saranno l’ansia e la tensione fisica quando queste situazioni si presenteranno nuovamente. Come conseguenza di ciò anche la balbuzie del bambino tenderà ad aumentare. Un altro obiettivo del processo diagnostico è determinare attraverso colloqui e questionari possibili fattori che possono determinare lo sviluppo o il peggioramento della balbuzie nei bambini. Molti di questi fattori verranno presi in considerazione nella terapia, perché una loro modifica determinerà generalmente un miglioramento della balbuzie e della comunicazione.

QUALI SONO I PRINCIPALI FATTORI CHE POSSONO DETERMINARE LO SVILUPPO O IL PEGGIORAMENTO DELLA BALBUZIE NEL BAMBINO ? Secondo Reeves e Yaruss (2021) i principali fattori di rischio secondo i quali un bambino che ha iniziato a balbettare è a maggiore rischio di continuare a balbettare e che quindi rendono importante l’inizio della terapia sono : •Le disfluenze continuano per un periodo che varia da 3 a 6 mesi. In questo periodo il terapeuta dovrà osservare attentamente il bambino per valutare se le disfluenze nell’eloquio stiano assumendo sempre più le caratteristiche tipiche della balbuzie. •Se si vi sono delle disfluenze riconducibili a balbuzie queste non sono diminuite o anzi sono aumentate da quando il bambino ha incominciato a manifestarle. •La balbuzie interessa anche i familiari del bambino. Ovvero in famiglia altre persone manifestano una balbuzie persistente (fratelli parenti, cugini, zii) •Sforzo fisico e tensione sono evidenti nella parlata del bambino durante gli episodi di balbuzie e anche quando l’eloquio è fluente. E’ importante sottolineare che, a volte, il bambino facendo degli sforzi è in grado di mimetizzare, di mascherare la sua balbuzie durante l’eloquio così da farla apparire poco evidente. •Nell’eloquio del bambino sono presenti ritardi nello sviluppo del linguaggio o altre problematiche. •Da quando il bambino ha iniziato a manifestare problematiche nel linguaggio prova meno piacere nel comunicare e si ritira dalle situazioni dove deve usare il linguaggio. •Il bambino o la sua famiglia sono emotivamente molto sensibili alla balbuzie o reagiscono con molta emotività quando avvertono delle disfluenze nell’eloquio. •Il bambino manifesta preoccupazione quando avverte delle difficoltà durante l’eloquio per esempio chiedendo ad altri di parlare con frasi del tipo : “Non posso dirlo” oppure “dillo per me”. Reeves e Yaruss (2021) evidenziano come la presenza di questi fattori di rischio non indicano necessariamente che la balbuzie persisterà per tutta la vita del bambino, tuttavia è importante la valutazione di un terapeuta della balbuzie che valuti in maniera più accurata la situazione di ogni singolo bambino.

CHE COS'E' IMPORTANTE VALUTARE NEL PROCESSO DIAGNOSTICO CON BAMBINI DI ETA' SUPERIORE A 7 ANNI, ADOLESCENTI E ADULTI CHE BALBETTANO ? La maggior parte dei bambini che, superati i 7 anni tendono a manifestare ancora episodi di balbuzie tendono a balbettare in maniera più o meno evidente per il resto della loro vita. Questo tuttavia non deve demoralizzare i terapeuti ma anzi essi dovranno essere abili a creare delle terapie personalizzate che prendano in considerazione le esigenze di ogni singola persona che balbetta e che si concentrino sul miglioramento della sua qualità di vita e della sua abilità comunicativa. Per fare questo il terapeuta dovrà affrontare ogni situazione problematica, cercando di alleviare gli effetti negativi della balbuzie. Una regola fondamentale nella terapia con persone che balbettano dai 7 anni in poi, consiste quindi in un corretto bilanciamento tra volontà di cambiamento, ovvero la voglia di balbettare meno ed essere più fluenti e l’autoaccettazione. Quest’ultima tuttavia non va vista come un processo passivo ma come la consapevolezza di avere una problematica e conseguentemente di mettere in pratica i comportamenti migliori per limitarne il più possibile gli effetti negativi sulle attività quotidiane.

I GENITORI POSSONO PARLARE DELLA BALBUZIE IN FAMIGLIA DAVANTI AL BAMBINO ? Certamente, parlare della balbuzie davanti al bambino non la fa peggiorare. Tuttavia, è importante che i famigliari ne parlino senza mettere ansia, comunicando al bambino che comprendono la sua problematica nel parlare e che ci stiamo impegnando tutti insieme per parlare meglio. I famigliari devono enfatizzare che quando si sta apprendendo qualcosa è normale sbagliare, e che non bisogna vedere la balbuzie come qualcosa di cui aver paura. Inoltre, e’ positivo che i famigliari siano motivati nel seguire la terapia, ma evitando gli eccessi. Ovvero, è bene evitare che i famigliari abbiano un atteggiamento del tipo: ”devi applicare la tecnica per smettere di balbettare in ogni situazione”. Questo atteggiamento infatti mette ansia e tensione nel bambino e spesso provoca un peggioramento della balbuzie

COSA POSSO FARE SE IL PEDIATRA MI DICE DI ATTENDERE PERCHE' MIO FIGLIO PUO' SUPERARE LA BALBUZIE SPONTANEAMENTE, CRESCENDO? Molte volte i bambini smettono di balbettare spontaneamente dopo dei mesi, a volte anche anni, da quando hanno incominciato, tuttavia la terapia per la balbuzie accelera i tempi del recupero anche nei bambini predisposti ad un recupero spontaneo. Di conseguenza è importante parlare con un esperto nel trattamento della balbuzie che prenda in considerazione il singolo bambino e la sua famiglia. La terapia della balbuzie che generalmente proponiamo per i bambini che hanno appena incominciato a balbettare è di tipo indiretto, ovvero il bambino non deve modificare il modo in cui parla, si prende invece in considerazione il modello comunicativo familiare cercando insieme di modificare quei comportamenti comunicativi da parte delle persone che lo circondano che si è visto essere influenti per favorire un recupero spontaneo della balbuzie. Se invece il bambino balbetta da più tempo, ha ansia e paura di parlare, oltre alla terapia familiare proporremo una terapia più diretta (basata su: stuttering Modification, Fluency Shaping, canto, parlata in coro) che prenderà in considerazione in modo più approfondito le modalità di parlare del bambino cercando piano piano di introdurre delle modifiche che lo porteranno ad esprimersi con meno tensione fisica e ansia.

CI POSSONO ESSERE DELLE CONTROINDICAZIONI AL TRATTAMENTO ? Le principali controindicazioni possono presentarsi quando il bambino viene sottoposto al trattamento senza essere motivato perché ad esempio non percepisce la balbuzie come un peso, mentre i genitori sono molto preoccupati e vogliono che si impegni intensamente per smettere di balbettare. In questo modo si porta il bambino a reagire alla balbuzie con ansia e tensione fisica, spesso peggiorando la situazione. In altre circostanze invece, l’intera famiglia e il bambino sono molto motivati ad affrontare la terapia, tuttavia la situazione viene vissuta con troppa ansia ed il trattamento e gli esercizi vengono visti come qualcosa da imporre al bambino in ogni circostanza. Anche in questa seconda situazione spesso l’ansia e la tensione fisica del bambino peggiorano e con esse la balbuzie.

COME MOTIVARE IL BAMBINO AD AFFRONTARE UNA TERAPIA PIU' DIRETTA ? Un fattore importante della nostra terapia è che si basa sul gruppo, l’interazione di un bambino con i coetanei che condividono le stesse problematiche è spesso un fattore motivante. Nel gruppo inoltre, i terapeuti avranno la possibilità di osservare i bambini durante il gioco, si spiegheranno le tecniche antibalbuzie e si faranno esercizi sul canto ed esercizi con il metronomo. Successivamente, se necessario verranno anche svolte delle sessioni individuali, utili per chiarire dubbi o rivedere determinate strategie. Non bisogna dimenticare inoltre “l’alleanza terapeutica” con la famiglia del bambino, che hai il fine di creare un ambiente predisponente ed accentante verso la terapia e le problematiche del bambino, per fare in modo che gli sforzi del bambino nell’affrontare la balbuzie vengano riconosciuti valorizzati ed incoraggiati.

E' POSSIBILE CHE LA TERAPIA PEGGIORI LA BALBUZIE PERCHE' SPOSTA L'ATTENZIONE SUL MODO DI PARLARE DEI BAMBINI ? No, contrariamente a quanto si credeva nel passato, parlare di balbuzie con i bambini in modo costruttivo non causa un peggioramento di quest’ultima. Tuttavia è importante precisare che è necessario parlarne senza mettere ansia nei bambini ma supportandoli ed aiutandoli a comprendere perché hanno difficoltà nel parlare. In questo modo è meno probabile che i bambini sviluppino paura, tensione fisica e reazioni negative verso le situazioni dove è richiesto di parlare. Inoltre non bisogna minimizzare le emozioni ed i sentimenti negativi del bambino nelle situazioni in cui balbetta, bisogna invece riconoscerli, spiegargli che è normale avere questi stati d’animo ogni tanto, ed enfatizzare il fatto che noi siamo li con lui per ascoltarlo ed aiutarlo indipendentemente dal fatto che faccia fatica a parlare. In questo modo comunichiamo tranquillità ed accettazione verso di lui, riducendo la sua ansia e la sua paura verso la problematica.

COSA FARE SE STIAMO ASPETTANDO DA TANTO TEMPO E IL BAMBINO CONTINUA A BALBETTARE E SI SENTE PARTICOLARMENTE BLOCCATO ? Generalmente, maggiore è il tempo da quando un bambino balbetta maggiore è la persistenza della balbuzie, in particolare se il bambino ha superato i 7 anni. In queste circostanze inoltre, alcuni bambini reagiscono alla balbuzie con ansia e tensione fisica, hanno paura di parlare, evitano di socializzare con i coetanei. In situazioni di questo tipo è importante che il terapeuta stabilisca una relazione di fiducia con la famiglia del bambino, così da poter analizzare in modo approfondito le esperienze del bambino ed eventuali problematiche al fine di poter effettuare una terapia mirata alle sue esigenze e a quelle familiari, che riduca il più possibile l’impatto negativo della balbuzie. In particolare si dovrà ascoltare il bambino e motivarlo ma senza porre come obbligo il raggiungimento di una parlata perfetta perché questo comportamento tende a generare ansia e tensione durante l’eloquio che, come abbiamo visto, fanno peggiorare la balbuzie. Ad esempio per motivarlo si potrà dirgli delle frasi di questo tipo “Riconosco che parlare a volte è difficile ma sono molto interessato a quello che vuoi comunicarmi, quindi anche se fai fatica a parlare è importante continuare a farlo” (Reeves e Yaruss; 2021). In questo modo il bambino resterà maggiormente concentrato sui concetti che vuole esprimere piuttosto che preoccuparsi sulla difficoltà nell’esprimersi verbalmente. Un’utile attività da far svolgere ai bambini che presenta analogie con la parlata è il disegno. In particolare quando ai bambini vengono dati dei disegni dove è richiesto di colorare all’interno delle righe, ogni tanto, capita che un bambino sia impreciso e colori fuori dalle righe. In queste circostanze tuttavia, non ci si deve agitare poiché gli errori vengono considerati come parte di questa attività, qualcosa di naturale che fa parte del normale processo di apprendimento nel disegnare e che ogni tanto può capitare. Seguendo questa tipologia di pensiero, il bambino non sviluppa una immotivata paura di disegnare/colorare. La stessa cosa vale per l’eloquio, è corretto dire ai bambini che siccome stanno imparando a parlare, ad utilizzare il linguaggio, è normale “parlare fuori dalle righe” perché è parte dell’apprendimento. Questa modalità di pensiero riduce dunque le paure e l’ansia legata al parlare, problematiche che molti bambini che balbettano tendono a presentare.

COSA FARE SE UN BAMBINO SI CHIEDE COME MAI NON POSSO PARLARE ? Quando un bambino fa una domanda di questo tipo, sia il genitore che il terapeuta possono sentirsi molto preoccupati poiché possono interpretarla come un segno della grande paura e malessere del bambino, provocate dalla sua balbuzie. Tuttavia, molte volte le reazioni emotive del bambino sono passeggere e volatili e dunque a distanza di poche ore il bambino potrebbe aver già cambiato atteggiamento ed essersi dimenticato del brutto stato d’animo trascorso. Altre volte il bambino potrebbe fare questa domanda per semplice curiosità che viene poi interpretata come preoccupazione dall’adulto. Qualunque sia lo stato emotivo del bambino, in particolare se esso è veramente causato dalla preoccupazione per la sua difficoltà nel parlare, è importante che il genitore ed il terapeuta dopo aver ascoltato attentamente cosa il bambino vuole comunicare, senza drammatizzare la situazione diano una risposta autentica. E’ molto utile infatti spiegare tranquillamente al bambino che, quando si sta apprendendo il linguaggio, il fatto che a volte si balbetti è un comportamento normale e che è parte dell’apprendimento. E’ anche importante specificare che, con il tempo, diventerà più semplice parlare e che per adesso è importante che lui continui a parlare anche se fa fatica perché noi siamo molto interessati a quello che vuole comunicarci (Reeves e Yaruss ; 2021). Come già detto, non si può sapere con certezza se il bambino smetterà completamente di balbettare, tuttavia un atteggiamento di questo tipo diminuirà l’ansia e la tensione nel bambino, facendolo sentire accettato ed ascoltato e gli darà la speranza di poter fare dei miglioramenti, tutti fattori utili per la buona riuscita della terapia. E’ importante ricordare infatti che nei bambini fino ai 7 anni la possibilità di avere un recupero spontaneo dalla balbuzie è molto più alta che negli adulti, incentivarla dunque non significa illuderli con false aspettative. Negli adulti e negli adolescenti invece la situazione è diversa perché le possibilità di recupero completo sono nettamente più basse, di conseguenza è molto meglio impostare la terapia incentivando la loro volontà di miglioramento della fluenza ma anche la loro capacità di autoaccettazione, di problem solving e cercare di ridurre l’ansia e l’evitamento connesse alle situazioni in cui devono parlare.

COSA FARE SE UN BAMBINO E' MOLTO PREOCCUPATO PER LA SUA BALBUZIE ? E’ normale per i bambini e per le persone che balbettano in generale avere dei periodi in cui sono più preoccupate per la loro balbuzie. Molto spesso è una situazione che si presenta in modo episodico, in determinati giorni, in base alle esperienze che i bambini stanno vivendo ad esempio l’inizio della scuola, sapere di dover affrontare un’interrogazione in classe, parlare davanti ad un gruppo di coetanei ecc. Questi sentimenti possono anche essere associati a situazioni problematiche connesse alla loro balbuzie che hanno vissuto in episodi/periodi dove hanno balbettato intensamente ed ora, il presentarsi di una situazione simile, attiva i ricordi del passato. Il genitore ed il terapeuta in queste circostanze devono ascoltare con attenzione i bambini e riconoscere i loro sentimenti ed emozioni senza minimizzarle ma offrendo supporto e fiducia verso di loro. E’ importante comunicare loro che è normale esperire queste emozioni quando si presentano delle situazioni che ci preoccupano, che la balbuzie è variabile e vi sono momenti più difficili di altri. Infine è importante comunicare ai bambini che si può lavorare insieme per riuscire a gestire meglio queste situazioni, ad affrontarle nel migliore dei modi. Il genitore ed il terapeuta inoltre dovranno trasmettere fiducia ai bambini, facendo loro comprendere che li accettano incondizionatamente anche se balbettano. Con questo atteggiamento diminuiamo nel bambino, l’ansia, la paura e la tensione fisica e lo incoraggiamo ad affrontare le situazioni difficili. Infine, il genitore ed il terapeuta non devono drammatizzare le situazioni difficili vissute dai bambini ma devono far loro comprendere che i momenti difficili, le giornate difficili fanno parte della vita. Tutti noi ci preoccupiamo, è normale, ma possiamo imparare a superare queste situazioni nel miglior modo possibile.

COSA FARE SE IL BAMBINO EVITA DI PARLARE IN CERTE SITUAZIONI ? Molte volte la paura della balbuzie e la sensazione di disagio ad essa collegata causano queste reazioni nei bambini. E’ spesso una reazione spontanea, che però può portare ad aggravare la balbuzie e gli effetti negativi ad essa associati. Il bambino infatti ogni volta che si sentirà in difficoltà preferirà evitare certe situazioni. Questa strategia sebbene all’inizio possa dare un sollievo immediato alla lunga porterà a numerose rinunce e alla perdita di numerose occasioni importanti per la crescita del bambino. E’ necessario affrontare queste situazioni con molta attenzione, prima di tutto bisogna comprendere bene quali sono le situazioni più difficili per il bambino, che lo intimoriscono, e dopo aver giustamente riconosciuto con lui la loro difficoltà bisogna portare il bambino ad esporsi gradualmente verso queste situazioni. Inoltre non bisogna ricercare immediatamente la perfezione, la parlata perfetta, bisogna complimentarsi con il bambino riconoscendo i suoi sforzi: “era una situazione difficile che ti metteva paura, e tu l’hai affrontata, sei stato bravo e coraggioso!” Nei nostri gruppi, con il gioco, facciamo in modo che i bambini si espongano gradualmente alle situazioni temute in un contesto tranquillo e non giudicante, avendo il sostegno dei loro coetanei. In questo modo potranno avere un ampio baglio di esperienze positive che li aiuteranno ad affrontare la vita.

COSA FARE SE QUALCUNO CI CHIEDE PERCHE' IL BAMBINO PARLA IN MODO "STRANO"? E’ indubbiamente molto fastidioso quando le altre persone fanno commenti e critiche sulla balbuzie del bambino senza capire l’impatto negativo che tale comportamento può avere sul bambino e sulla sua famiglia. Molto spesso sono i compagni di classe/giochi del bambino a fare commenti di questo tipo. Tuttavia, sebbene questi comportamenti siano antipatici è utile riflettere sul perché queste persone fanno commenti di questo tipo, cogliendo l’occasione per parlare loro della balbuzie in modo costruttivo. Una possibile frase per incominciare a parlare della balbuzie potrebbe essere: “Oh si, hai notato che Giovanni balbetta, è vero, certe volte la sua parlata è un po’ strana ma mi piace ascoltare quello che vuole comunicare”. A questo punto si può parlare loro della balbuzie in modo pacato spiegando che cos’è la balbuzie, ovvero che consiste in involontarie ripetizioni e blocchi dei suoni durante l’eloquio. Per questo motivo, siccome ai bambini che balbettano serve maggiore tempo per parlare, per aiutarli, è utile dare loro più tempo per completare le frasi. Questo atteggiamento aiuta a normalizzare il comportamento del bambino mostrando che non vi è niente di “sbagliato” o da nascondere, riducendo le reazioni negative alla balbuzie sia da parte degli altri che da parte del bambino e mostrando in modo gentile e pacato a chi non conosce la balbuzie che questa problematica non deve essere vista come qualcosa di ridicolo.

COSA FARE SE IL BAMBINO E' PRESO IN GIRO O RIDICOLIZZATO? In queste situazioni, è utile parlare con i suoi insegnati/educatori per cercare di comprendere e migliorare il contesto sociale nel quale il bambino vive. Nella nostra terapia con gli esercizi di Role playing e di esposizione graduale a situazioni di ansia cercheremo poi di fare in modo che il bambino sviluppi maggiore sicurezza nell’affrontare le situazioni problematiche, aspetto molto utile per affrontare le problematiche connesse al bullismo.

COSA SUCCEDE SE IL BAMBINO/RAGAZZO ANCHE FREQUENTANDO LA TERAPIA CONTINUA A BALBETTARE? Le tecniche che vengono insegnate durante il corso si basano su principi terapeutici noti per aiutare molte persone che balbettano a migliorare la loro fluenza controllando la balbuzie, tuttavia non tutte le persone hanno gli stessi benefici. La causa di ciò è sconosciuta ma nei casi in cui le persone continuino a balbettare cercheremo di personalizzare ulteriormente gli esercizi e l’approccio psicologico alla balbuzie, per fare in modo che esse riescano a gestire i momenti di balbuzie nel miglior modo possibile, riducendo così l’impatto negativo sulla comunicazione.

E' UNA BUONA IDEA PER I GENITORI PARLARE DELLA TERAPIA PER LA BALBUZIE, CHE IL BAMBINO STA FREQUENTANDO, CON I SUOI INSEGNANTI E LE PERSONE ESTERNE AL NUCLEO FAMIGLIARE? Si, perché a volte per la buona riuscita di una terapia sono necessarie anche delle modifiche nell’ambiente che circonda il bambino, ad esempio i suoi insegnati potrebbero dovergli dare più tempo per parlare in classe o durante le interrogazioni, oppure potrebbero sentire il bambino parlare in modo diverso perché utilizza una particolare tecnica. Inoltre, parlare della balbuzie in modo “aperto” con le altre persone fa capire che non è una problematica di cui vergognarsi e che i genitori si stanno occupando delle problematiche del bambino.

COME COMPORTARSI INVECE NEL CASO DI UN ADOLESCENTE/ADULTO CHE VUOLE PARTECIPARE ALLA TERAPIA? Nel caso di un Adolescente è importante parlare di persona, capire prima di tutto se è motivato ad affrontare la terapia, cosa si aspetta da una terapia, quali risultati vorrebbe raggiungere e spiegargli come possiamo aiutarlo. A questo punto se si è creato un clima di fiducia reciproco si può procedere con una terapia personalizzata che prenda in considerazione le situazioni che lo mettono in particolare difficoltà cercando di ridurre le conseguenze negative della balbuzie sulla sua vita. Molte volte è importante anche la collaborazione dell’ambiente sociale dell’adolescente e della sua famiglia.

IN COSA CONSISTE LA TERAPIA DAI 7 ANNI IN SU? Anche la terapia con persone più grandi è costituita da tecniche che fanno parte di una terapia di tipo Stuttering Modification con le quali l’obiettivo primario non è eliminare completamente la balbuzie dall’eloquio ma è invece quello di ridurre lo sforzo, la tensione fisica e l’ansia quando si balbetta. Verranno poi utilizzate le nostre tecniche che invece fanno parte di una tipologia di terapia denominata Fluency Shaping con le quali, come precedentemente descritto, si cerca di sostituire la modalità di parlare “abituale” di chi balbetta con una nuova modalità più semplice da eseguire per il loro sistema articolatorio. Nel nostro corso tuttavia non promuoveremo l’uso di queste tecniche come qualcosa che elimina completamente la balbuzie, da utilizzare in ogni circostanza, ma invece come uno strumento utile per facilitare la fluenza da applicare soprattutto in situazioni percepite come difficili dalle persone che balbettano. Inoltre, una volta che i partecipanti al corso avranno ben compreso gli esercizi, si potranno esercitare nel loro utilizzo con attività di Role Playing ovvero una attività di simulazione di situazioni. Questa attività è simile al teatro ed in genere vengono simulate, costruendo delle scenette, situazioni difficili da affrontare quali ad esempio telefonare, chiedere informazioni, parlare davanti ad un gruppo di persone ecc. La terapia inoltre comprenderà colloqui psicologici di gruppo o individualizzati, per prendere in considerazione le problematiche personali di ognuno, e costruire in questo modo una terapia il più possibile flessibile e individualizzata sulle esigenze di ogni partecipante.

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